Approvato in Aula al Senato un emendamento che istituisce nuovamente (!) l’ENEA: personale a rischio trasferimento

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L’Aula del Senato, nella seduta del 28 ottobre, ha approvato l’emendamento 3.0.500 (Testo 2) al DDL 1676 Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali (collegato alla Legge di stabilità 2014) che istituisce nuovamente l’Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA), ne definisce i compiti, ne estende le competenze all’ambiente, ne riconosce autonomia statutaria e regolamentare e ne definisce gli organi: Il Presidente, il Consiglio di Amministrazione e il Collegio dei revisori dei conti.

L’emendamento approvato è una riformulazione, proposta dal Sottosegretario Degani, di un precedente emendamento 3.0.500 presentato in Aula dal Relatore Vaccari che aveva a sua volta “ripescato” il testo di un proprio emendamento già presentato e respinto in 13ª Commissione Territorio, ambiente, beni ambientali. La riformulazione approvata dal Senato aggiunge il concerto o la consultazione del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare in una serie di atti, tra i quali la nomina del Presidente e degli altri componenti del CdA, la determinazione della dotazione di risorse umane, finanziarie e strumentali necessarie al funzionamento dell’A-genzia, l’approvazione degli statuti da parte del MISE.

Se da un lato l’emendamento approvato è apprezzabile nel suo intento di fare uscire l’ENEA dal limbo della pluriennale gestione commissariale, dall’altro esso rispecchia negativamente il perdurare di una mentalità statalista di controllo sugli Enti di ricerca che invece dovrebbero essere connotati da autonomia e autogoverno della comunità scientifica che in essi opera.

Inoltre, la individuazione, su proposta dell’ENEA, delle risorse umane funzionali allo svolgimento delle attività previste, da farsi con decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, “nel quadro del complessivo riordino del sistema nazionale della ricerca”, lascia presagire un trasferimento di personale verso altri Enti di ricerca, ad esempio il CNR.

Il DDL 1676 è stato approvato nella sua totalità nella seduta pomeridiana del 4 novembre; torna ora alla Camera per un ulteriore esame che dovrebbe concludersi con l’approvazione definitiva.

 

 

Questa notizia è stata pubblicata nella newsletter ANPRI n. 19 del 5 novembre 2015.

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