ATTO DI INDIRIZZO DEL MIUR SU CORRUZIONE E TRASPARENZA NELLE UNIVERSITÀ E NEGLI ENTI DI RICERCA

Il MIUR ha inviato ai Rettori delle Università e ai Presidenti degli Enti di ricerca un Atto di indirizzo, elaborato con l’ANAC (l’Autorità anticorruzione), su corruzione e trasparenza nelle università e negli Enti disponibile al seguente indirizzo: http://www.miur.gov.it/documents/20182/0/Atto+d%27indirizzo+n%C2%B039/3ac4a3fe-cda4-42ff-bdc3-110c42eda2a6?version=1.0.

Tra i punti più importanti toccati dall’atto di indirizzo ci sono l’aumento della quota di docenti assunti dall’esterno attraverso procedure riservate ai soli candidati esterni, il ricorso al sorteggio per determinare i componenti delle commissioni per il reclutamento di professori e ricercatori, che dovrebbero preferibilmente essere composte in maggioranza di membri esterni. Ugualmente si dovrebbe ricorrere a call per la selezione delle commissioni che esprimono il giudizio sulla collocazione delle riviste (scientifiche e di classe A) ai fini della valutazione ANVUR.

L’atto richiama l’attenzione su alcune norme di legge in merito al divieto di doppio lavoro, come pure la necessità di comunicare all’amministrazione di appartenenza eventuali incarichi per l’esercizio della libera professione, come pure l’incompatibilità con attività nel commercio e nell’industria, compresa l’assunzione di responsabilità in società con fini di lucro.

L’atto contiene altresì il richiamo alla verifica dell’effettivo svolgimento nei tempi previsti dei progetti di ricerca attuati sulla base di un finanziamento pubblico (es. progetti FIRB, PRIN, PON) sui quali i controlli svolti dall’Amministrazione potrebbero essere carenti, la riduzione degli ostacoli burocratico-amministrativi che possono rallentare lo svolgimento dell’attività di ricerca e la sua rendicontazione (p. 6) e quelli riguardanti la massima circolazione delle informazioni sui bandi.

Gli indirizzi formulati si rivolgono anche agli Enti di ricerca “entro i limiti di compatibilità” dei rispettivi ordinamenti autonomi, che hanno “rilevanti analogie” (ora rafforzate dal d.lgs. 218/2016). Ne consegue che, in relazione alla composizione delle commissioni di concorso, la raccomandazione secondo la quale “i [loro] componenti appartengano al medesimo settore concorsuale messo a concorso” (p. 11) dovrebbe comportare che i concorsi debbano essere banditi per settori scientifici disciplinari omogenei, come avviene appunto nelle università. Ciò significa che gli Enti, dovrebbero evitare di affidare il reclutamento dei R&T e le loro progressioni di carriera a bandi del tutto eterogenei (per aggregati più ampi dei rispettivi macro-settori disciplinari, come avviene, per esempio, nei concorsi per Ricercatori banditi dal CNR). Traspare chiaramente la preoccupazione, infatti, che l’assenza di una omogenea competenza dei commissari nel settore concorsuale possa trasformare il concorso “di merito” in una mera “spartizione” tra commissari. E’ richiesto, infatti, che debba essere assicurata la massima trasparenza dei criteri e delle procedure di valutazione, che “i candidati abbiano conoscenza dei criteri di valutazione definiti dalla commissione” e che, “la verbalizzazione delle attività di valutazione, nonché i giudizi espressi sui candidati diano conto dell’iter logico che ha condotto alla valutazione conclusiva delle candidature” (p. 13).

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Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI n. 3 del 25 maggio 2018

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