COMUNICATO DEL 5 NOVEMBRE 2015 RIFORMA DELL’ENEA: L’ENNESIMA OCCASIONE MANCATA

ENEA
Il Senato ha approvato il 28 ottobre l’emendamento 3.0.500 (Testo 2) al DDL n. 1676 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di Green Economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali” (collegato alla Legge di stabilità 2014), che contiene uno specifico riferimento alla riforma dell’ENEA. Di positivo c’è che con l’emendamento approvato al Senato si pone fine al lungo periodo di transizione che stava destrutturando l’Ente (il decreto attuativo della legge di riforma (art 37 legge n.99/209) dopo 6 anni di ritardo (tanto è durato il commissariamento) non era stato ancora emanato dai ministeri). Così come è positiva ance la conferma dell’applicazione del Contratto della Ricerca per il personale. Tuttavia, guardando bene ai contenuti dell’emendamento, rischia di essere l’ennesima occasione mancata.

Poteva, infatti, essere l’occasione per dare all’ENEA un definitivo e chiaro profilo di Ente scientifico, dotato di autonomia e con un ruolo significativo della comunità scientifica interna, mentre ha prevalso la scelta di un profilo pericolosamente vicino a quelle delle “agenzie” ministeriali”.

La scelta diretta da parte del governo del presidente e del Cda dell’Ente (ai quale non si chiede più di avere un profilo di alto valore scientifico !); l’assenza di un consiglio scientifico e di una componente elettiva dei ricercatori vanno verso una direzione che non possiamo condividere. L’esclusione del MIUR tra i ministeri vigilanti (resterebbero infatti solo i due dicasteri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente) la dice lunga sulla pericolosa deriva che sta spingendo l’ENEA verso lidi che non le appartengono e verso un isolamento rispetto agli altri Enti di ricerca italiani.

Negli anni del commissariamento, si è perseguito nelle procedure di gestione e di riorganizzazione un modello totalmente avulso da ogni contesto di ricerca, riducendo l’autonomia dei ricercatori, aumentando i passaggi burocratici per ogni attività perfino per le pubblicazioni scientifiche o le attività in collaborazione con gruppi esterni, in netto contrasto con la carta europea dei ricercatori. L’ANPRI teme fortemente che la legge votata al Senato non metta al riparo l’Ente da questa pericolosa deriva e si impegna, chiamando al sostegno tutta la comunità scientifica dell’ENEA, a tentare di introdurre alla Camera i necessari correttivi.

Sezione ANPRI ENEA