Comunicato del 20 aprile 2017. SZN: negata la rappresentanza dei R&T nel CdA e nel CS. Dal Piano di Fabbisogno prospettive di carriera e assunzione di R&T

Ieri, 19 aprile 2017, si è svolto un incontro tra l’Amministrazione della SZN, l’ANPRI e l’USI Ricerca per discutere del nuovo Statuto dell’Ente e del Piano di Fabbisogno del prossimo Piano Triennale 2017-2019.

In merito al nuovo Statuto della SZN, il Presidente ha illustrato le principali novità presenti nella bozza del nuovo Statuto che l’Ente si appresta ad adottare per recepire quanto prescritto nel D.Lgs. 218/2016, nella Carta Europea dei Ricercatori e nel Codice di Condotta per l’Assunzione dei Ricercatori (2005/251/CE), anticipando a voce alcune ulteriori modifiche al testo inviato.

L’ANPRI ha per prima cosa evidenziato che la bozza presentata non recepisce una delle principali prescrizioni, e di più concreta attuazione, del D.Lgs. 208/2016, ossia assicurare la “rappresentanza elettiva dei ricercatori e tecnologi negli organi scientifici e di governo degli Enti”.

Infatti, la bozza dello Statuto prevede che del Consiglio di Amministrazione faccia parte un esponente della comunità scientifica di riferimento che non sia un ricercatore o tecnologo dell’Ente, eletto dalla comunità scientifica esterna congiuntamente al personale tutto della SZN (Ricercatori, Tecnologi, tecnici ed amministrativi), pur attribuendo un peso diverso alle varie componenti dell’elettorato attivo per far sì che il peso della comunità scientifica esterna non sia dominante rispetto a quello dei R&T dell’Ente.

Anche per il Consiglio Scientifico, composto da 7 membri, non è previsto alcun posto per i R&T della SZN ai quali è “concesso” solo il diritto di eleggere un esponente della comunità scientifica esterna.

Non deve quindi sorprendente il fatto che l’art. 4 della bozza dello Statuto richiami tutti i diritti riconosciuti ai R&T dal comma 1 dell’art. 2 del decreto tranne proprio la “rappresentanza elettiva dei ricercatori e tecnologi negli organi scientifici e di governo degli Enti”!

La bozza del nuovo Statuto della SZN non solo viola palesemente quanto prescritto nel D.Lgs. 218/2016 ma anche, e con la medesima evidenza, quanto raccomandato nella Carta Europea dei Ricercatori (che lo stesso D.Lgs. 218/2016 impone agli Enti di recepire) laddove, alla voce “Partecipazione agli organismi decisionali”, la Carta afferma che “i datori di lavoro e/o i finanziatori dei ricercatori dovrebbero riconoscere che è del tutto legittimo, nonché auspicabile, che i ricercatori siano rappresentati negli organi consultivi, decisionali e d’informazione delle istituzioni per cui lavorano, in modo da proteggere e promuovere i loro interessi individuali e collettivi in quanto professionisti e da contribuire attivamente al funzionamento dell’istituzione”.

La mancata presenza di Ricercatori o Tecnologi dell’Ente nel Consiglio di Amministrazione e nel Consiglio Scientifico della SZN impedirebbe inoltre all’Ente di essere rappresentato nel “Consiglio nazionale dei ricercatori e dei tecnologi”, organismo istituito presso il MIUR dallo stesso D.Lgs. 218/2016 che avrà il compito di formulare “pareri e proposte ai Ministeri vigilanti e alla Presidenza del Consiglio sulle tematiche attinenti la ricerca”.

L’ANPRI ha quindi chiesto al Presidente di modificare la bozza di Statuto al fine di assicurare la presenza di un Ricercatore o Tecnologo dell’Ente nel CdA e di tre Ricercatori o Tecnologi dell’Ente nel Consiglio Scientifico, eletti dai R&T della SZN.

A fronte di tali critiche dell’ANPRI, il Presidente ha ribadito quanto già scritto nella sua e-mail di accompagnamento della bozza dello Statuto, ossia che “l’aspetto della rappresentanza dei Ricercatori e dei Tecnologi in seno agli organi di governo dell’Ente è stato condiviso e approvato all’unanimità dal Consiglio delle Sezioni”, Consiglio che include tre rappresentanti eletti dal personale dell’Ente. Il Presidente ha inoltre affermato che una FAQ posta al MIUR a tal riguardo avrebbe avuto come risposta che “non è obbligatorio che il rappresentante nel CdA o nel Consiglio Scientifico appartenga all’Ente”, ma la bozza di Statuto della SZN va ben oltre, impedendo addirittura l’elezione di R&T interni all’Ente!

Il Presidente si è comunque detto disposto a modificare lo Statuto nella direzione richiesta dall’ANPRI qualora il MIUR dovesse affermare che invece i rappresentanti dei R&T negli organi scientifici e di governo debbano essere Ricercatori o Tecnologi dell’Ente stesso.

L’ANPRI ha illustrato altre richieste di modifica riguardanti, tra l’altro, una maggiore trasparenza nei pareri formulati dal Consiglio Scientifico e la necessità di stabilire che l’incarico dei Direttori di Dipartimento esterni all’Ente sia regolata da un contratto esclusivo con l’Ente di tipo privatistico, in modo da garantire l’esclusività del rapporto ed evitare conflitti di interesse. Tutte le proposte di modifica dell’ANPRI saranno oggetto di uno specifico documento che verrà inviato a breve all’Ente e diffuso tra tutti i R&T.

In merito all’altro punto all’odg, ossia il Piano di Fabbisogno del prossimo Piano Triennale 2017-2019, il Presidente ne ha illustrato i punti fondamentali, e cioè l’intenzione: 1) di portare l’Ente dalle attuali 103 a 203 unità di personale nel triennio, utilizzando fino al 98% del FOE attuale (nel rispetto della normativa che consente di utilizzare fino all’80% del budget medio del triennio precedente, che però include ingenti fonti di finanziamento – principalmente i PON – non garantite nel futuro), 2) di perseguire un ringiovanimento del personale attingendo alla graduatoria degli idonei del recente concorso per ricercatore di cui al Piano straordinario del MIUR, che saranno assegnati alla Sezione RIMAR in seguito al parere negativo delle altre due Sezioni, e 3) di stabilire una distribuzione piramidale del personale con una proporzione del 50% tra R&T e personale tecnico/amministrativo. Il Presidente ha evidenziato come il Piano di fabbisogno presentato sia conservativo in quanto fa affidamento su un incremento del FOE in seguito al recupero dei fondi attualmente destinati a BioGem e su costi del personale probabilmente maggiori dei costi “reali” che il MEF a breve dovrebbe comunicare (l’Ente ovviamente affinerà il Piano non appena ricevute le indicazioni dal MEF sui costi reali).

L’ANPRI, nell’esprimere soddisfazione per la volontà di effettuare nuove assunzioni, ha innanzitutto chiesto che nei futuri concorsi pubblici sia prevista la riserva del 50% a favore del personale interno. L’ANPRI ha inoltre espresso perplessità sull’obbligo di attingere alla graduatoria degli idonei del concorso di cui al Piano straordinario del MIUR, vista la peculiarità dello stesso. L’ANPRI ha inoltre proposto di portare al 20% e al 40% le percentuali massime dei Dirigenti di Ricerca/Dirigenti Tecnologi e dei Primi Ricercatori/Primi Tecnologi, rispettivamente, percentuali pari invece al 15% e al 35% nella bozza del Piano di Fabbisogno.

Nonostante ritenga inevitabile che i R&T si impegnino a procurarsi finanziamenti esterni per svolgere la propria ricerca, l’ANPRI auspica che parte del budget dell’Ente venga utilizzato per finanziare attività di ricerca libere e non soggette alle tematiche e alle condizioni dei finanziatori esterni. Ciò al fine di consentire una programmazione e un investimento in ricerca liberi da condizionamenti e da interessi esterni, nonché nel rispetto della Carta europea dei Ricercatori.

 

La delegazione dell’ANPRI