Comunicato unitario su ENEA – Presidio dei lavoratori a Piazza Montecitorio 26 novembre ore 9,30

PRESIDIO UNITARIO DEI LAVORATORI DELL’ENEA Piazza Montecitorio 26 novembre ore 9,30

 

Per sensibilizzare Commissioni e Gruppi Parlamentari sulla grave situazione dell’ente commissariato da 7 anni e riaffermare la contrarietà verso ogni ipotesi che penalizzi il ruolo della ricerca, l’autonomia e mortifichi le competenze scientifiche dell’ENEA.

Le OO.SS. dell’Enea, conformemente a quanto affermato nella recente Audizione presso la Commissione sulle Attività Produttive della Camera e contestualmente alla mobilitazione nazionale in difesa della ricerca pubblica, del suo contratto, del blocco delle assunzioni, per la stabilizzazione del precariato, contro la legge di stabilità, ribadiscono l’impegno a difesa del ruolo del secondo ente di ricerca italiano.

L’ENEA opera in settori delicati e strategici per il Paese, in cui si scontano evidenti ritardi tecnologici e assenza di visioni strategiche, mentre quasi tutti gli altri soggetti internazionali riconoscono, com’è noto, a questi settori una priorità assoluta. Gli accenni di ripresa esistenti saranno più credibili se accompagnati da una svolta in tema di innovazione. L’ENEA può dare in questo contesto un contributo di rilievo, se messa in condizione di operare, superando l’indifferenza della politica che la costringe ad un commissariamento da sette anni, a tagli persistenti che rendono precaria anche l’attività ordinaria, a tentativi, supportati anche dall’attuale vertice, di limitarne l’autonomia tipica degli enti di ricerca, per andare verso una ministerializzazione e un controllo politico delle attività.

Le scriventi OO.SS. riaffermano, pertanto, che il modello organizzativo per un rilancio credibile è quello che vede l’ENEA non isolata e pedina ministeriale, ma proficuamente inserita nella rete di tutti gli EPR, secondo una regia complessiva e comune a tutti gli Enti, non preda di interessi di lobby, burocrazia ministeriale e scalate carrieristiche.

Come affermato anche dal Presidente della Repubblica, il ruolo della ricerca non è un lusso, ma è essenziale per recuperare i ritardi del Paese. Oggi la ricerca finalizzata in ENEA vuol dire capacità di interazione e coinvolgimento diretto con gli altri soggetti anche a livello internazionale, Università, imprese, laboratori, territori. Nel XXI secolo va avanti chi riesce a fare squadra, mentre la recente riorganizzazione che si sta attuando in Enea, e sulla quale permangono forti dubbi di legittimità, prevede un approccio tutto verticistico/aziendalista che ridimensiona nei fatti l’Ente, che ha una lunga tradizione di interdisciplinarità, oltre ad estraniare l’attuale Agenzia dal modello che è proprio degli Enti di Ricerca. L’ENEA è l’unico ente europeo in cui è assente un Consiglio Scientifico Consultivo e dove i Capi laboratorio hanno deleghe limitate sostanzialmente a: “controllo del personale e fare proposte al vertice”!

Peraltro, a suffragare il merito di quanto detto sopra, ricordiamo che è stato recentemente approvato al Senato l’emendamento 3.0.500 (Testo 2) al DDL 1676 sulla Green Economy riguardante la riforma dell’ENEA. Ebbene, nel testo in questione non si fugano i dubbi sul rischio di una deriva che vede progressivamente l’ENEA fuori dalla ricerca. Per questo le OO.SS. chiedono a Commissioni e Gruppi Parlamentari della Camera di adoperarsi per la modifica dell’emendamento, che sarà in discussione proprio nei prossimi giorni, sostituendo il termine “Agenzia” con quello di “Ente”; inserendo fra gli Organi dell’ENEA il Consiglio Scientifico con una componente elettiva e garantendo che il processo di riordino dell’ENEA sia comunque nella direzione di una governance unitaria della ricerca pubblica in Italia.

Anche per questo le scriventi OO.SS. chiamano alla mobilitazione i lavoratori per rivendicare l’uscita immediata dall’inaudito commissariamento e una scelta di qualità per il nuovo vertice, ma anche contro l’idea di riordino che si sta realizzando all’ENEA, fatto sempre più di management, di azienda e fatturati operativi, ma sempre meno di ricerca, di autonomia e competenze scientifiche; per sbloccare finalmente il contratto nazionale dopo 6 anni, ma anche quello integrativo fermo da 4 anni!

Roma, 10 novembre 2015