Delibera C.d.A. CREA N. 5 del 26/06/2017 – Disciplinare per lo svolgimento delle elezioni dei componenti elettivi del Consiglio Scientifico e del componente elettivo del C.d.A.

Federazione GILDA-UNAMS – Dipartimento Ricerca – ANPRI

 

 

Al Presidente CREA Dott. Salvatore Parlato

Ai Consiglieri CREA Dott.ssa Alessandra Gentile Dott. Michele Pisante

 e p.c.  Al Direttore generale CREA Dott.ssa Ida Marandola

 

Oggetto: Delibera C.d.A. CREA N. 5 del 26/06/2017 – Disciplinare per lo svolgimento delle elezioni dei componenti elettivi del Consiglio Scientifico e del componente elettivo del C.d.A.

 

Gentile Presidente, Egregi Consiglieri,

solo recentemente la scrivente O.S. è venuta a conoscenza della deliberazione in oggetto, che definisce il regolamento per l’elezione dei rappresentanti interni nel Consiglio di Amministrazione e nel Consiglio Scientifico del CREA.

Prima di entrare nel merito della deliberazione, devo esprimere le nostre forti perplessità per la scelta fatta dal C.d.A. di deliberare su argomenti così importanti pur non essendo completo di tutti i suoi componenti. Trattandosi di scelte che vanno ad incidere sulle regole di funzionamento dell’ente sarebbe stato a nostro avviso opportuno che il C.d.A. avesse deliberato a ranghi completi.

Entrando nel merito, invece, rileviamo innanzitutto che il testo si discosta notevolmente dalla bozza di regolamento che era stata presentata nelle scorse settimane alle organizzazioni sindacali, in merito alla quale, peraltro, ci era stato richiesto di esprimere un parere.

Per quanto riguarda la definizione dell’elettorato passivo del Comitato Scientifico, in particolare, sono stati fissati criteri che restringono di molto il numero delle candidature possibili, in quanto prescrivono che i candidati siano in possesso dei requisiti di qualificazione scientifica corrispondenti a quelli previsti dai rispettivi SCO e SSD per l’abilitazione scientifica nazionale di prima fascia.

Il nuovo testo del regolamento che, come ricordato, non ci è mai stato sottoposto e costituisce pertanto una “novità assoluta”, di fatto, impedisce a numerosi ricercatori e tecnologi di esercitare il proprio diritto a candidarsi. Il d.lgs. 218/2016 che ha sancito il diritto dei ricercatori e tecnologi a partecipare agli organi scientifici e di governo degli Enti, come richiesto dalla Carta europea dei ricercatori, non prevede alcun vincolo alla suddetta rappresentanza e pertanto non si comprende su quali basi normative il CREA fondi l’introduzione di tali limitazioni.

Il personale del CREA svolge attività di ricerca con caratteristiche peculiari, legate al tipo di ricerca istituzionale che si svolge nell’Ente, che non lo rendono direttamente assimilabile e confrontabile al profilo dei docenti delle università.

L’ANPRI-CREA, proprio perché impegnato a valorizzare la professionalità dei ricercatori e tecnologi dell’Ente, ha sempre pensato che fare del CREA una “copia sbiadita dell’Università” non avrebbe aiutato l’ente ad accreditarsi come merita per la sua attività scientifica, finendo, al contrario, per porlo in una condizione di subalternità rispetto al modello accademico.

Riteniamo, pertanto, che ridisegnare l’immagine dell’Ente senza rispettare la sua storia, passata e recente, che è stata ed è di grande rilievo nel panorama della politica e della ricerca per l’innovazione del settore agroalimentare e forestale, sarebbe un grosso errore.

Questa O.S. chiede pertanto di rivedere immediatamente i criteri per l’elettorato passivo, rendendolo aperto a tutti i ricercatori e tecnologi dell’Ente, senza restrizioni basate su criteri di tipo bibliometrico o comunque più attinenti alla ricerca scientifica universitaria. Stupisce, infatti, che nella definizione dei criteri non si sia tenuto conto della ricerca istituzionale e della terza missione, del coordinamento dei progetti, della partecipazione ad attività internazionali, dei supporti divulgativi, e cioè di tutto ciò che costituisce normale e quotidiana attività di lavoro istituzionale del personale scientifico dell’Ente.

Dobbiamo inoltre rilevare, con rammarico, che l’amministrazione non sembra interessata ad avere un confronto con le organizzazioni sindacali per ciò che riguarda questioni cruciali della vita dell’Ente come:

  1. la gestione del Patrimonio dell’Ente (si veda l’oneroso affitto delle palazzine di via Po in Roma, che impegna circa la metà delle risorse di bilancio destinate al funzionamento, e la contemporanea alienazione, a prezzi modici, di immobili dall’inestimabile valore storico e culturale oltre che, ovviamente, economico. Immobili quest’ultimi, che avrebbero potuto ospitare tranquillamente la Sede centrale dell’Ente e il CREA-PB romano);
  2. la definizione dei criteri di valutazione nelle procedure di selezione per nuovi reclutamenti e progressioni di carriera di ricercatori e tecnologi, così come nelle selezioni per i direttori di centro;
  3. l’istituzione di commissioni per la selezione di personale senza che queste siano, almeno, pubblicate per tempo sul sito istituzionale dell’Ente.

Da troppo tempo si pubblicano calendari di riunioni sindacali per dare la sensazione che ci siano attive e corrette relazioni sindacali, che poi però vengono puntualmente annullate. Occorre ripristinare un rapporto più continuo e corretto con le rappresentanze del personale, così come è necessario che le decisioni del CdA, ricordiamo non ancora completo di tutti i suoi componenti, siano prese confrontandosi con la comunità scientifica interna e con la massima trasparenza.

Per tutto questo, chiediamo a Lei, Presidente, e ai Consiglieri del C.d.A., un deciso e immediato cambio di rotta, a cominciare dalla definizione di nuovi criteri per l’elettorato passivo del Comitato Scientifico, più inclusivi e rispettosi delle professionalità e delle attività dei ricercatori e tecnologi dell’Ente.

In attesa di un Vs. cortese riscontro, invio distinti saluti,

 

Il Segretario Generale ANPRI-CIDA
Liana Verzicco

Roma, 13 luglio 2017

Prot. n. 36/2017


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