Il Ministro della FP (audita dalla VII Commissione del Senato) chiude ancora una volta all’ipotesi di un comparto autonomo per la ricerca ma conferma la “sezione separata” per le specifiche professionalità

madia

Ieri 10 febbraio, la VII Commissione permanente del Senato (Istruzione pubblica, beni culturali) ha audito il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione (Madia) sul riordino dei comparti nei settori della conoscenza.

Il Ministro ha confermato l’ultima proposta dell’ARAN che prevede 4 comparti, mantenendo i due comparti della conoscenza e della sanità ma distinguendo i dipendenti degli enti locali e delle Regioni da quelli delle Amministrazioni centrali, che quindi includono Ministeri, enti pubblici non economici e agenzie fiscali. Riconoscendo la specificità del settore della conoscenza, il Ministro ha sostenuto che l’attuazione della normativa sulla riduzione dei comparti può coniugarsi con il riconoscimento di caratteristiche peculiari attraverso l’istituzione di sezioni separate di contrattazione per tutti gli aspetti che non possono essere resi omogenei (vedi Comunicato ANPRI del 5 febbraio scorso).

Nel corso dell’audizione, il sen. Bocchino (Misto-AEcT) è intervenuto per stigmatizzare la riduzione dei comparti disciplinata dalla cosiddetta “riforma Brunetta”, poiché mortifica la rappresentatività sindacale e rischia di deprimere la professionalità di chi opera nei settori della conoscenza. Dopo aver invitato il Governo a modificare la legge 150 al fine di scongiurare l’accorpamento della ricerca con la scuola, l’università e l’Alta formazione artistica e musicale (AFAM), ha proposto di sottrarre alla privatizzazione le discipline degli enti di ricerca e delle istituzioni dell’alta formazione, allineandole a quella dell’università, anche nell’ottica di favorire la mobilità. La senatrice Puglisi (PD) ha invece giudicato positivo l’aver dedicato un comparto specifico al mondo della conoscenza, sostenendo che l’ulteriore organizzazione in sezioni potrà essere utile per salvaguardarne le specificità.

Nella sua replica, il ministro Madia ha insistito sulla necessità di attuare la legislazione vigente perché attraverso la semplificazione delle aree contrattuali si possono fornire elementi utili per cambiare la mentalità diffusa e la cattiva percezione che i cittadini hanno del settore pubblico.

Ha poi fatto esplicito riferimento alla possibilità che, nell’esercizio della delega prevista dalla legge n. 124 del 2015, il lavoro congiunto tra il Legislatore e l’Esecutivo porti alla valorizzazione del mondo della ricerca. Ha invece ribadito che non è prevista in quella sede l’eventuale pubblicizzazione del rapporto di lavoro, tema che comunque attiene più strettamente alle competenze del Ministro dell’istruzione, dell’università e della ricerca.

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Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI n. 3 dell’11 febbraio 2016.

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