La FGU Dipartimento Ricerca incontra il ministro Fedeli

Valeria Fedeli
Una delegazione della FGU, di cui faceva parte il Segretario Generale dell’ANPRI, Liana Verzicco, in rappresentanza del Dipartimento Ricerca della Federazione, ha incontrato giovedì 26 gennaio il ministro Valeria Fedeli.

Nel corso di tale incontro, FGU ha segnalato al Ministro alcuni aspetti necessari per riportare l’istruzione, la ricerca scientifica e la formazione universitaria al ruolo di volano dello sviluppo economico, oltre che principale fattore di mobilità sociale del nostro Paese.

Per quanto riguarda la Ricerca e, con essa, i Ricercatori e Tecnologi (R&T) degli EPR, FGU Dip. Ricerca ha indicato al Ministro i punti maggiormente critici che il recente D.Lgs. 218/2017, riguardante “La semplificazione delle attività degli Enti pubblici di Ricerca” ed entrato in vigore lo scorso 10 dicembre, ha lasciato ancora incompleti oppure non ha potuto o saputo affrontare.

FGU Dip. Ricerca ha ricordato che il decreto 218, oltre ad introdurre aspetti innovativi e interessanti per il sistema degli EPR (a cominciare dalla riduzione dei vincoli gestionali in favore di un sistema di regole più snello e più appropriato alle esigenze del settore), si è occupato anche della valorizzazione delle professionalità della ricerca, richiamando gli Enti a rispettare i principi e le indicazioni della Carta europea dei Ricercatori. Con il decreto, infatti, i R&T hanno ottenuto un primo riconoscimento del loro “status”, delineato dall’art. 2 che elenca diritti e doveri dei R&T, tra i quali la rappresentanza elettiva negli organi scientifici e di governo degli Enti. Questi rappresentanti andranno poi a costituire il Consiglio Nazionale dei Ricercatori e Tecnologi, istituito presso il MIUR, che avrà il compito di formulare pareri e proposte ai Ministeri vigilanti e alla Presidenza del Consiglio sulle tematiche attinenti la ricerca. Poiché la composizione, la durata ed il funzionamento del Consiglio Nazionale dei Ricercatori e Tecnologi devono essere determinate con apposito decreto del MIUR, di concerto con gli altri Ministeri vigilanti, la FGU Dip. ha sollecitato l’impegno del Ministero per realizzare quanto espressamente indicato dall’art. 8 del decreto nei tempi previsti.

Tra i punti critici del sistema ricerca che il decreto non ha affrontato e che quindi richiedono un impegno forte e condiviso del MIUR e degli altri Ministeri vigilanti, FGU Dip. Ricerca ha segnalato:

  • la certezza di finanziamenti necessari per una programmazione regolare ed efficiente delle attività di ricerca;

  • il reclutamento, la valutazione e lo sviluppo professionale dei R&T;

  • il riassorbimento del precariato attraverso un piano straordinario di concorsi con finanziamenti ad hoc;

  • ulteriori misure di semplificazione nel funzionamento degli Enti;

  • la definizione di un vero e proprio stato giuridico dei R&T che permetta di superare gli steccati che ancora dividono le figure professionali delle “due gambe del sistema” (Università e EPR) in modo da realizzare una piena ed effettiva mobilità/circolarità tra università ed Enti di ricerca che permetta alle comunità scientifiche di esprimere tutte le loro potenzialità, in particolare quelle relative al trasferimento di conoscenze e di competenze con le diverse filiere del sistema.

Infine, in merito al prossimo rinnovo del contratto nazionale che, come si sa, riguarderà l’intero comparto “Istruzione e Ricerca”, che conta complessivamente circa 1.100.000 addetti, contro i circa 20.000 dei soli EPR, FGU Dip. Ricerca ritiene indispensabile garantire una autonoma sezione contrattuale per tutto il personale degli Enti, all’interno della quale mantenere la distinta disciplina per i R&T. Solo così i R&T, ma anche tutti gli altri profili professionali degli EPR, potranno mantenere e difendere la loro specificità, con particolare riferimento all’ordinamento professionale e alla struttura delle retribuzioni.

È necessario, inoltre, che il rinnovo contrattale avvenga a breve e con risorse adeguate a compensare il lungo periodo di “blocco”, e che si intervenga su alcuni aspetti particolarmente penalizzanti per R&T realizzando:

  • il ripristino di “regolari” percorsi di sviluppo professionale dei R&T di ruolo da realizzare con procedure riservate per le progressioni di livello (ex. art. 15, c.6 del CCNL 2002-2005), stante che negli EPR il 70% circa dei Ricercatori e dei Tecnologi sono “fermi” da anni al III livello;

  • il ripristino e la effettiva applicazione dell’art. 19 del CCNL 2002-2005 per la costituzione del Fondo d’incentivazione, attraverso risorse derivanti da progetti di ricerca, consulenza e formazione finanziati da terzi;

  • l’individuazione di maggiori risorse da destinare al percorso formativo;

  • l’individuazione di forme più elastiche del part-time.

 

Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI n. 3 del 3 febbraio 2017.

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