I settanta responsabili delle Unità Operative del CNR di progetti PRIN vincitori del bando 2015 hanno ricevuto qualche giorno fa, in coincidenza con la preparazione del Piano di Gestione Preliminare (PdGP) 2017-2019, l’informazione che i relativi progetti, “in coerenza con quanto stabilito per la gestione Progetti” (!!??) sarebbero stati raccolti nel PdGP in un singolo progetto “gestito” dall’Am-ministrazione Centrale e affidato ad un tecnologo dell’Ufficio Supporto Programmazione Operativa (USPO).
I settanta progetti PRIN 2015 verrebbero così derubricati a semplici sottoprogetti dell’unico progetto CNR “PRIN 2015” ed i Responsabili scientifici diventerebbero dei semplici “referenti del sottoprogetto”. Ai singoli sottoprogetti bisognerà poi imputare “esclusivamente i costi del personale” e “non dovranno pertanto essere inserite le previsioni di entrata e di spesa”.
Così facendo, l’Amministrazione Centrale del CNR sembra voler mettere sotto “tutela” i Direttori dei tantissimi Istituti interessati (ritenuti probabilmente inaffidabili nella gestione amministrativa delle risorse economiche ottenute dai propri Ricercatori), ridefinisce il concetto di progetto scientifico e ricostruisce d’autorità l’assetto delle linee di ricerca dei singoli Istituti, materia che dovrebbe essere di esclusiva pertinenza della rete scientifica.
Tale procedura viola, inoltre, il comma 3 dell’art. 24 del ROF che stabilisce che: “Nel caso in cui il progetto sia stato avviato a seguito della partecipazione dell’istituto a bandi o selezioni l’autorizzazione alla presentazione e/o l’ indicazione nel progetto presentato dall’istituto di un responsabile scientifico costituiscono titolo per la nomina a responsabile di progetto. La revoca dell’incarico può avvenire solo in conseguenza di accertate irregolarità nella conduzione delle attività progettuali”. Con quanto indicato nell’informativa sui PdGP, si toglie infatti la responsabilità del progetto a chi è stato indicato come “responsabile scientifico” di una Unità di ricerca CNR.
Incomprensibile e inaccettabile anche la decisione che “nel corso dell’esercizio 2017 l’USPO provvederà ad accertare le somme e a trasferire, mediante variazione del piano di gestione, le somme assegnate dagli Istituti per la realizzazione dei singoli progetti”, somme che, secondo alcune stime, ammonterebbero complessivamente a circa 5 milioni di euro! Perché mai dei fondi, che dovrebbero essere erogati dal MIUR nei prossimi giorni e che quindi i Responsabili delle Unità Operative potrebbero iniziare a utilizzare sin da subito, dovrebbero transitare per l’Amministrazione Centrale e restare “parcheggiati” sino a che, “nel corso dell’esercizio 2017”, non vengano trasferiti agli Istituti e ai Ricercatori vincitori del bando?
Dobbiamo ancora una volta denunciare questa indebita ed arrogante ingerenza dell’Amministrazione Centrale del CNR nella organizzazione scientifica della rete e nella gestione dei fondi ottenuti dai Ricercatori su bandi competitivi.
Dopo il prelievo forzato dei fondi residui presenti nella “casse” degli Istituti effettuato a marzo scorso (che abbiamo cercato in tutti i modi di contrastare, anche attraverso la petizione “Restituiteci i nostri soldi per fare ricerca!”) e l’assurda procedura per disciplinare le Associazioni (da noi già denunciata nella Newsletter 18/2016), cosa aspettano i Direttori dei Dipartimenti e degli Istituti a far sentire la loro voce e cercare di fermare questa deriva accentratrice e burocratica che sta condannando l’Ente ad una lunga ma inesorabile agonia?
Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI n. 19 del 10 novembre 2016.
Non sei ancora iscritto? Iscriviti alla nostra newsletter!
[wysija_form id=”2″]