Pesanti rilievi della Corte dei Conti sul CNR

 

La Corte dei Conti sul CNR: niente carriera per Ricercatori e Tecnologi, troppo personale tecnico-amministrativo e bilancio in rosso per due esercizi consecutivi

cnr

Troppo personale tecnico-amministrativo rispetto alla missione dell’Ente, penalizzazione delle carriere di Ricercatori e Tecnologi e un bilancio di competenza in disavanzo per il secondo anno consecutivo: sono questi in estrema sintesi i principali rilievi contenuti nella Delibera n. 88/2015 e Relazione della Corte dei Conti, Sezione del controllo sugli enti, sull’esercizio 2013 del CNR.

Riguardo al bilancio di competenza, la Corte rileva infatti che l’esercizio 2013 si è chiuso in rosso, come il precedente esercizio; nel 2013 il disavanzo è stato pari a 112,2 milioni, nel 2012 di 117,2 milioni. Ciò, a giudizio della Corte, evidenzia “la necessità, pur nella incertezza dei trasferimenti statali, di una più attenta programmazione delle attività e di un ulteriore sforzo di razionalizzazione della spesa corrente”.

Quello che la Corte non dice, però, è che, in base alla normativa vigente (art. 1, comma 14 del D.L. 138/2011), un ente sottoposto alla vigilanza dello Stato, il cui bilancio, come è il caso del CNR, registri un disavanzo di competenza per due esercizi consecutivi, deve essere commissariato. Evidentemente la Corte ha voluto evidenziare il punctum dolens, lasciando ad altri (MIUR e Governo) il compito di trarre le conclusioni previste dalla legge.

Per quanto riguarda il personale a tempo indeterminato, la Corte sottolinea che non emergono significative modifiche nella sua composizione: per il 54,7% si tratta di Ricercatori e per il 6,8% circa di Tecnologi, a fronte del 38,4% di “personale di supporto tecnico-amministrativo”; quest’ultimo personale risulta, a giudizio della Corte “ancora sovradimensionato rispetto alla mission dell’ente”, nonostante un rallentamento negli ultimi anni del relativo turn over. Inoltre, la Corte evidenzia, cosa che l’ANPRI va denunciando da anni, che, mentre più del 72% dei Ricercatori e del 73,2% dei Tecnologi appartiene al livello iniziale, il personale tecnico e amministrativo “si concentra nei profili apicali in funzione di una dinamica che ha fortemente risentito dei percorsi selettivi interni”. È opportuno qui precisare che tali osservazioni della Corte dei Conti sono antecedenti al taglio delle piante organiche dei livelli apicali di Ricercatore e al corrispondente aumento degli organici dei livelli apicali del personale tecnico e amministrativo deliberati a luglio scorso dal CdA dell’Ente, contro cui è partita un’immediata azione di contrasto dell’ANPRI (vedi lettera al ministro Giannini e petizione pubblica “No ai tagli alle piante organiche dei ricercatori del CNR” che ti invitiamo a sottoscrivere se ancora non lo hai fatto).

Il personale a tempo indeterminato è risultato, nel complesso, in lieve diminuzione (-35 unità) rispetto al 2012; in aumento apprezzabile risultano solo Ricercatori e Tecnologi di III livello e collaboratori tecnici.

Particolarmente critica, secondo la Corte, è la situazione del personale dirigenziale, in quanto sono scoperti i due posti di dirigente di prima fascia e 8 posti (su 10) di dirigente di seconda fascia, con la cessazione dal servizio di 6 unità nel 2013. Nelle more dell’assunzione di nuovi dirigenti di seconda fascia e dell’avvio delle procedure per l’individuazione e la nomina dei dirigenti di I fascia, è stato adottato al termine del 2013 un provvedimento direttoriale di assegnazione provvisoria di attribuzione di funzioni dirigenziali e di nomina di facenti funzioni, attualmente ancora in vigore.

Inoltre, nel corso del 2013 risultavano titolari di uffici dirigenziali 7 Ricercatori e Tecnologi, in numero superiore quindi ai limiti previsti dall’art. 19, comma 6 del D.lgs. 165/2001 al momento vigente; ad essi veniva attribuita l’indennità di posizione prevista dall’art. 22 del DPR 171/1991 e l’indennità di direzione di strutture di particolare rilievo di cui all’art. 9 del CCNL del 5 marzo 1998. A seguito dei rilievi formulati dalla Ragioneria generale dello Stato, che hanno originato anche una segnalazione alla Procura della Corte, l’amministrazione ha sospeso la prima delle due indennità ai 5 Ricercatori e Tecnologi attualmente titolari o facenti funzioni di uffici dirigenziali di prima e di seconda fascia.

Mentre il personale di ruolo si è leggermente ridotto nel 2013, risulta invece in crescita il personale a tempo determinato, passato dalle 1.121 unità del 2012 alle 1.242 unità del 2013, con una forte predominanza numerica del personale finanziato con fondi esterni.

In forte aumento rispetto al 2012 e, in misura minore, rispetto al 2011, è il personale non dipendente, in particolare gli assegnisti di ricerca.

La Corte prende anche in esame la situazione dei comandi di personale presso altri enti, sulla quale erano stati in precedenza formulate osservazioni al CdA del CNR da parte del Collegio dei revisori. Nel corso del 2013 il personale del CNR comandato presso altre amministrazioni con oneri a carico delle stesse è rimasto sostanzialmente stabile (11 unità nel 2012 e 12 unità nel 2013) mentre è sceso ulteriormente il personale di altre amministrazioni in comando presso il CNR con oneri a carico dell’ente (7 unità nel 2012 e 4 unità nel 2013). Stabile, ma elevata, rimane invece la quota del personale del CNR in comando presso altre amministrazioni ma con oneri a carico dell’ente (78 unità di cui 54 Ricercatori e Tecnologi e 25 amministrativi).

La Corte rileva al riguardo che il comando deve avere carattere di eccezionalità ed essere subordinato “alla presenza di almeno una delle seguenti casistiche: esistenza di progetti in essere che giustifichino il comando da un punto di vista tecnico–scientifico o di progetti congiunti del CNR e dell’Amministrazione presso cui il dipendente è comandato; esistenza di un equilibrio tra risorse da erogare e risorse acquisibili (es. capacità di attrazione nell’Ente di nuove commesse e progetti attraverso l’utilizzo del personale in comando); positive implicazioni per l’Ente da un punto di vista del rilievo internazionale e del ritorno di immagine”.

Come rilevato anche dal Collegio dei revisori, è pertanto necessario “proseguire nel contenimento e nel monitoraggio del fenomeno, con riferimento in particolare alla richiesta di nuove unità di personale per la sostituzione di quello uscente”.

La Corte ha anche esaminato la situazione delle rete scientifica, attualmente articolata in 103 Istituti (108 istituti nel 2012 e 315 nel 2007), cui si aggiungono, per singoli progetti a tempo definito, 19 unità di ricerca presso terzi, rilevando che resta ampia la frammentazione delle sedi decentrate che raggiungono le 202 unità (210 nel 2012), con un elevato numero di strutture che occupano un numero limitato di dipendenti.

Appare pertanto necessario, a giudizio della Corte, “completare la ristrutturazione della rete scientifica, anche al fine di contenere gli oneri logistici connessi all’attuale segmentazione, in linea con l’obiettivo, definito nel documento di visione strategica, volto a concentrare gli istituti in aree e poli tecnologici da integrare nella rete universitaria e degli altri enti di ricerca”.

 

 

Questa notizia è stata pubblicata nella newsletter ANPRI del 10 settembre 2015.

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