Un unico sistema della ricerca italiana auspicato dalla senatrice Di Giorgi nella sua interrogazione sul bando PRIN 2015

Presso la 7ª Commissione del Senato, lo scorso 26 gennaio il sottosegretario MIUR Toccafondi ha risposto all’interrogazione 3-02446 della senatrice Di Giorgi che, prendendo lo spunto dal bando PRIN 2015, poneva al MIUR una serie di domande che esprimevano le proprie perplessità sul bando in questione e più in generale sugli interventi PRIN e sulla loro gestione.

La Di Giorgi chiedeva in particolare di sapere, relativamente alle modalità di partecipazione ai PRIN dei ricercatori degli enti di ricerca:

  • per quali ragioni i ricercatori degli enti pubblici di ricerca non abbiano la possibilità di presentare e coordinare i progetti PRIN, che sono finanziati ormai da anni da un fondo unico per la ricerca (il FIRST), cosa che l’ANPRI aveva prontamente stigmatizzato subito dopo la pubblicazione del bando (vedi Newsletter 20/2015);
  • se l’impostazione del bando possa o meno influire negativamente sulla collaborazione tra università ed enti pubblici di ricerca e come il MIUR intenda porvi rimedio.

Nella sua risposta, il sottosegretario Toccafondi ha innanzitutto illustrato le principali novità del bando PRIN 2015: a) apertura senza preclusioni agli organismi di ricerca, pubblici o privati, b) portabilità dei progetti, c) rendicontazione contabile a fine progetto, e d) entità del finanziamento variabile di progetto in progetto.

Ha quindi comunicato che la valutazione dei progetti avverrà in unica fase e sarà effettuata da tre Comitati di selezione, nominati dal Ministero e formati, per ciascun macrosettore, da esperti scientifici scelti dal Comitato nazionale dei garanti della ricerca (CNGR) in base alla loro competenza. I Comitati si avvarranno di revisori esterni anonimi da loro scelti (in numero di tre per ogni progetto), che opereranno in maniera indipendente. Tutta la procedura si svolgerà per via telematica e si concluderà prevedibilmente entro 6 mesi dall’insediamento dei Comitati di selezione.

Assicurando che saranno evitati i finanziamenti a pioggia, Toccafondi ha precisato che la Legge di stabilità 2015 ha destinato al finanziamento di PRIN presentati dalle università una quota pari almeno al 50% del Fondo per gli investimenti nella ricerca scientifica e tecnologica (FIRST). Tale norma chiarisce – secondo il Sottosegretario – il motivo per cui la domanda deve essere presentata esclusivamente da professori o ricercatori universitari.

La Di Giorgi si è dichiarata parzialmente soddisfatta della risposta del Sottosegretario, ritenendo che il contesto generale non sia esente da criticità e che la mancanza di un unico sistema della ricerca italiana rappresenti un fattore critico, manifestando la sua disponibilità ad intervenire. È essenziale, a suo avviso, coinvolgere tutto il mondo della ricerca senza che permangano distinzioni obsolete tra università ed enti di ricerca, da un lato, e tra le diverse figure, dall’altro. Ravvisa, del resto, una discrasia tra l’impostazione del bando rispetto alla realtà della ricerca scientifica.

Riferendosi all’elevato numero di richieste pervenute (4.431 per la precisione, vedi Newsletter 2/2016) la Di Giorgi ha affermato che non lo si può considerare un elemento di qualità.

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Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI n. 3 dell’11 febbraio 2016.

 

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