Pubblicata dal MIUR la Strategia Italiana per la Realizzazione dello Spazio Europeo della Ricerca

European Research Area

Il MIUR ha pubblicato pochi giorni fa il testo de “La Strategia Italiana per la Realizzazione dello Spazio Europeo della Ricerca”, nell’ambito dell’attuazione della European Research Area (ERA) Roadmap, la tabella di marcia volta ad accelerare e misurare il progresso verso la piena realizzazione dell’ERA, un obiettivo esplicitamente indicato dall’art. 179 del Trattato per il Funzionamento dell’Unione Europea.

La ERA Roadmap italiana (ERI) è stata elaborata sulla base di una consultazione di numerosi organismi ed organizzazioni, quali tutti gli EPR vigilati dal MIUR, l’ENEA, il CREA, l’ISS, l’ANVUR, la CRUI, l’Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA) e la Confindustria.

La ERI individua 6 Aree prioritarie di intervento: 1) Efficacia del sistema nazionale della ricerca e dell’innovazione, 2) Coordinamento tra programmi nazionali e programmi europei, 3) Attrattività del sistema nazione della ricerca e dell’innovazione, 4) Politiche di genere nella ricerca, 5) Accesso aperto e circolazione della conoscenza, e 6) Cooperazione trans- e internazionale nell’area mediterranea.

Il primo e principale asse di riferimento della ERI è rappresentato dalle risorse umane. Tale asse interseca i seguenti obiettivi:

  • incrementare l’investimento pubblico e privato sulle risorse umane per la ricerca;
  • adottare, nell’allocazione di fondi e incentivi, i principi fondamentali del metodo della valutazione “inter pares”, aperta alla partecipazione internazionale;
  • generalizzare l’adozione e l’applicazione dei principi per una formazione dottorale innovativa;
  • adottare procedure di assunzione e progressione di carriera aperte, trasparenti basate sul merito;
  • superare lo squilibrio di genere nelle carriere della ricerca.

Per quanto attiene all’incremento dell’investimento pubblico in risorse umane per la ricerca, si prevede l’avvio, nel medio termine, di un programma di reclutamento di ricercatori che consenta di raggiungere livelli prossimi a quelli dei Paesi europei paragonabili per dimensione e tradizioni all’Italia. Tenuto conto che la densità media europea (EU 28) di ricercatori nel settore pubblico è attualmente di 1,7 ricercatori ogni 1000 abitanti e che quella italiana è pari solo a 1,1 ricercatori ogni 1000 abitanti, si prevede di azzerare tale distanza in 10 anni.

In merito alle “procedure di assunzione e progressione di carriera aperte, trasparenti basate sul merito”, si prevede – sul modello di quanto prevede il contratto-tipo per i grant di Horizon 2020 – l’adozione da parte delle Università e degli EPR della “Human Resources Strategy for Researchers” (HRS4R) e, in tale ambito, delle procedure di reclutamento basate sui principi di apertura, trasparenza e merito enunciati nella Carta europea dei ricercatori e nel Codice di condotta per l’assunzione dei ricercatori. Ad oggi, solo 11 istituzioni italiane (e, tra di esse, un unico Ente di ricerca, l’Istituto Nazionale di Oceanografia e Geofisica Sperimentale (OGS)) si fregiano del titolo di “HRS4R Acknowledged Institutions” (la prima fu l’Università di Foggia, vedi Newsletter 6/2013) e la Roadmap italiana prevede che entro il 2020 tutti i 19 EPR (MIUR e non MIUR) e il 30% delle 66 Università statali conseguano la certificazione HRS4R “HR Excellence in Research”.

 

Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI n. 11 del 3 giugno 2016.

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