La 13ª Commissione del Senato ha ultimato, nella seduta del 30 settembre scorso, l’esame del DDL 1676 recante “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”, collegato alla legge di stabilità 2014, proponendo un testo contenente alcune modifiche a quello già approvato dalla Camera.
A sorpresa, è stato respinto l’emendamento n. 3.0.200 presentato dal Relatore Vaccari (PD) che intendeva definire gli organi di governo e le procedure di definizione dello statuto e dei regolamenti dell’ENEA, lasciati indeterminati dall’art. 37 della Legge 99/2009. Quest’ultimo, nel ridefinire l’ENEA come “Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile”, ha interamente demandato ad un decreto del Ministro dello sviluppo economico, di concerto con il Ministro dell’economia e delle finanze, con il Ministro per la pubblica amministrazione, con il Ministro IUR e con il Ministro dell’ambiente, la definizione dell’assetto organizzativo e delle funzioni dell’Ente.
Dopo più di sei anni, però, nonostante ripetute interrogazioni parlamentari e assicurazioni da parte dei Governi di turno, del decreto previsto dalla Legge 99/2009 non c’è traccia alcuna e l’ENEA è ormai entrato nel settimo anno di commissariamento. Con la bocciatura dell’emendamento Vaccari, il rischio che l’ENEA rimanga ancora a lungo nell’attuale limbo, senza organi di governo nel pieno delle loro funzioni, si fa ancora più concreto.
È l’ennesima conferma del diffuso disinteresse della politica nei confronti degli enti di ricerca, salvo che non si tratti di assegnare poltrone e sistemare gli amici.
Questa notizia è stata pubblicata nella newsletter ANPRI dell’8 ottobre 2015.
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