Comunicato del 30 ottobre 2015. Piano di Gestione Preliminare: come piegare la ricerca alle esigenze contabili

Venerdì 23 ottobre, il Direttore Generale ha inviato ai Direttori di Dipartimento e di Istituto una e-mail (qui acclusa) con la quale, nel comunicare l’organizzazione per il 3 novembre di un incontro tecnico sulla compilazione del Piano di Gestione Preliminare (PdGP), ha cercato di fornire ai Direttori quei chiarimenti che gli erano stati richiesti da più parti e di spiegare l’obiettivo della nuova struttura del PdGP e della nuova organizzazione delle attività di ricerca del CNR disegnata dal nuovo ROF (entrato in vigore a giugno scorso).

Ciò che risalta con maggiore evidenza nella comunicazione del DG, e che ci lascia sbigottiti, è la volontà dell’Ente di organizzare e rappresentare le attività di ricerca non sulla base di criteri scientifici, di competenze esistenti e di gruppi di lavoro, ma in base a mere esigenze di contabilità e di bilancio!

Questa inaccettabile assunzione introduce ulteriori rigidità di spesa e di impiego di personale ai vincoli, spesso già rigidi, imposti nei bandi e nei contratti esterni. La “Ricerca” ha invece bisogno di massima condivisione da parte degli attori, di flessibilità, di elasticità e coordinamento di impiego del personale e delle attrezzature, di flessibilità nell’utilizzo di risorse economiche residue (ossia di risparmi) derivanti da progetti ormai chiusi, tutto il contrario, in sintesi, di quanto col nuovo PdGP si vuole imporre.

A ciò si aggiungono gravissime mancanze da parte dei vertici dell’Ente, a partire dalla mancata deliberazione da parte del Consiglio di Amministrazione delle linee guida sulla base delle quali “il direttore di dipartimento individua le aree progettuali del dipartimento” (vedi art. 21 del ROF). Così come è gravissimo che, dopo 3 anni e mezzo dalla nascita dei nuovi Dipartimenti, il CNR non abbia ancora provveduto alla nomina dei Consigli Scientifici di Dipartimento (nei quali uno dei componenti è scelto a seguito di consultazioni con i Ricercatori e Tecnologi componenti dei Consigli di Istituto) che, ai sensi dell’art. 12 dello Statuto, esprimono “parere obbligatorio sugli elementi di competenza del piano triennale di attività del dipartimento”. Gravissima anche la totale latitanza del CNR in merito al rinnovo dei Consigli di Istituto (la cui composizione e i cui compiti sono stati ridefiniti dal nuovo ROF) che, essendo in prorogatio da quasi 4 anni, sono spesso “ignorati” dai Direttori di Istituto benché, ai sensi dell’art. 13 del ROF, i Consigli di istituto devono formulare “proposte al direttore di istituto nell’ambito delle procedure di programmazione” delle attività di ricerca.

Tutto ciò è conseguenza di una progressiva deriva del CNR, sempre più nelle mani dei burocrati, anche a causa di una eccessiva “latitanza” del Presidente Nicolais, apparentemente poco preoccupato a risolvere i tanti problemi organizzativi e gestionali dell’Ente.

Si evidenzia quindi, ogni giorno di più, la necessità di una svolta radicale nella gestione delle attività di ricerca del CNR: deve uscire dalle mani di chi ha compiti e competenze gestionali/contabili e passare nelle mani di chi ha competenze e responsabilità scientifiche.

 

Gianpaolo Pulcini
Segretario Nazionale, Responsabile CNR