Corte dei Conti: il CIRA trovi nuove forme di autofinanziamento e contenga le spese per il personale. Sottovalutata l’obsolescenza degli impianti

La Sezione del controllo sugli enti della Corte dei Conti si è anche espressa sull’esercizio 2014 del Centro italiano di ricerche aerospaziali (CIRA ScpA) con una Relazione dello scorso 15 dicembre 2015.

Il CIRA è una società consortile per azioni a maggioranza pubblica, sottoposta alla vigilanza del MIUR, alla quale è stato affidato il compito con la legge 16 maggio 1989, n. 184 di dare attuazione al Programma nazionale di ricerche aerospaziali (Pro.R.A.).

L’esame della consistenza del personale a tempo indeterminato e a tempo determinato del CIRA nel 2013 e 2014 ha evidenziato i dati riportati nelle Tabelle 3 e 4, rispettivamente, per qualifica e per aree funzionali, che riportiamo di seguito.

 

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Alla data del 31 dicembre 2014, il personale complessivamente in servizio presso il CIRA è stato quindi di 371 unità (di cui 350 a tempo indeterminato e 21 a tempo determinato) con un incremento, rispetto al 2013, di 17 unità, effetto della cessazione di 5 unità e dal-l’assunzione di 22 unità a tempo determinato. Il costo complessivo del personale è salito dai 25.112.833 euro del 2013 ai 26.072.660 euro del 2014, con un incremento del 3,8% riconducibile alle assunzioni di personale e agli incrementi previsti dal contratto di lavoro. Le spese di personale superano ormai di 3,2 milioni di euro il contributo statale destinato alla gestione (22,9 milioni) e sono arrivate a rappresentare il 69% del totale dei costi dell’Ente (54% nel 2013).

Al riguardo, la Corte ribadisce l’invito al CIRA ad una politica di contenimento delle spese per il personale “in coerenza con il concorso alla riduzione delle spese richiesto dal legislatore a tutte le amministrazioni pubbliche o comunque agli enti o organismi che fruiscono di un contributo dello Stato”.

Il prospetto contenuto nella Tabella 11, che riportiamo di seguito, descrive le risorse finanziarie del CIRA distinte per tipologia di fonte di finanziamento, nel periodo 2013-2014.

 

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Nel 2014 le risorse finanziarie del CIRA sono state quindi pari a quasi 42,9 milioni, con un calo di 8,6 milioni rispetto al 2013, a causa, tra l’altro: (a) della riduzione dei contributi ordinari per effetto della crisi economica, comune a tutti gli enti di ricerca, (b) della riduzione degli altri trasferimenti pubblici dovuta soprattutto alla sospensione di alcuni programmi, e (c) della contrazione delle commesse di aziende italiane ed estere per le prove sperimentali sui grandi impianti anche a causa del fermo di questi ultimi avvenuto nel 2014. I trasferimenti pubblici (comprensivi sia dei contributi ordinari che delle altre risorse pubbliche per specifici progetti o commesse di ricerca, formazione o sperimentazione) sono diminuiti di circa 6 milioni di euro per via della diminuzione dei contributi ordinari da 31.954.718 euro a 30.307.138 euro e degli altri trasferimenti da 12.120.000 euro a 7.727.479 euro.

Considerato che il contributo ordinario destinato alla gestione delle opere ed al funzionamento del CIRA, che è stato di circa 22,9 milioni nel 2014 (con una incidenza pari al 79,7% delle entrate complessive), diminuirà ulteriormente nel triennio 2015-2017 di 21,9 milioni, la Corte sollecita il CIRA ad “intensificare la ricerca di nuove forme di autofinanziamento”.

Come in precedenza accennato, alcune infrastrutture destinate alle attività di ricerca e sperimentazione non sono state operative nel corso del 2014 in quanto è stato avviato un percorso di messa in sicurezza e ammodernamento tecnologico per raggiunta obsolescenza.

Tale operazione richiederà un investimento complessivo da parte del CIRA di circa 20 milioni, che si completerà nel 2017. Al riguardo, la Corte lamenta il fatto che la necessità di ammodernare gli impianti con un cospicuo investimento non è stata segnalata prima del 2014; nei documenti di programmazione compare solo un generico accenno al “revamping” degli impianti.

La sottovalutazione della stato di obsolescenza degli impianti è stata pagata con il rallentamento nel 2014 dei finanziamenti per attività di ricerca e formazione (da 18 milioni nel 2013 a 13,1 milioni) e dalla contrazione delle risorse derivanti dai contratti di servizio stipulati per l’utilizzo degli impianti per le prove sperimentali (c.d. facility) (da 1,7 milioni nel 2013 a 8.030 euro nel 2014).

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Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI n. 1 del 14 gennaio 2016.

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