Legge di stabilità 2016: ai dipendenti pubblici un cappuccino con brioche al mese; per la ricerca un possibile taglio al turn over

Il Consiglio dei Ministri ha approvato giovedì 15 ottobre il Disegno di legge “Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale dello Stato”, alias Legge di stabilità 2016. Al momento non è ancora disponibile il testo ufficiale (circola solo una bozza ancora incompleta), mentre è ufficiale il comunicato stampa emesso dopo la riunione del CdM dal quale si apprende, tra l’altro, che:

  • viene previsto uno stanziamento di 40 milioni per il 2016 e di 100 milioni dal 2017 per l’assunzione con chiamata diretta di 500 nuovi professori universitari ordinari ed associati, “selezionati sulla base del merito tra i migliori cervelli, all’estero o ‘in trappola’ in Italia, in settori strategici per il futuro del Paese”;
  • • vengono stanziati 45 milioni nel 2016, 60 milioni nel 2017 e 80 milioni nel 2018 per l’assunzione di 1.000 nuovi ricercatori universitari “tenure track” (cioè ai sensi dell’art. 24, c. 3, lettera b) della L. 240/2010) e per la successiva eventuale stabilizzazione come professori associati;
  • è previsto un non meglio specificato stanziamento di 200 milioni per tutto il pubblico impiego, evidentemente destinati al rinnovo dei contratti di lavoro e, verosimilmente, anche agli aumenti del personale pubblico non contrattualizzato le cui retribuzioni sono ancora bloccate (professori universitari, in particolare).

Dalla bozza che circola si apprende anche che:

  • sarebbe prevista un’ulteriore riduzione del fondo di finanziamento degli Enti di ricerca vigilati dal MIUR (il FOE) pari a 1,5 milioni di euro, al fine di incrementare il finanzia- mento dell’ANVUR (stesso taglio all’FFO, il fondo di finanziamento delle università, che però è 4 volte più cospicuo del FOE!);
  • cambierebbe il criterio per determinare il fabbisogno programmato di alcuni EPR (il CNR, l’ASI, l’INFN, l’ENEA, il Consorzio per l’Area di ricerca scientifica e tecnologica di Trieste e l’INGV), senza che ciò comporti necessariamente alcun aumento del loro fabbisogno.Voci di stampa danno inoltre per certa una riduzione dei già stretti ed insufficienti spazi di assunzione in tutta la pubblica amministrazione, EPR compresi, per i prossimi tre anni: il turn over scenderebbe al 40% nel 2016 rispetto al 60% precedentemente previsto dal- l’art. 3 della legge 114/2014. Nel 2017 la possibilità di sostituire personale che è andato in pensione con risorse fresche sarà del 60% (invece dell’80% originario), mentre nel 2018 il tetto del turn over arriverà solo al 70%, ben lontano dal 100% stabilito dalla legge 114/ 2014 e atteso dagli Enti di ricerca per ringiovanire il proprio personale e non perdere ulteriormente in competitività.Quasi certo anche un taglio del 20% di un lungo elenco di trattamenti accessori che potrebbe riguardare anche i Ricercatori e Tecnologi degli EPR.In attesa di poter esaminare il testo del DDL, alcune considerazioni possono già essere fatte:
  • dal comunicato stampa del Governo e dai documenti che circolano, risultano al momento solo interventi penalizzanti per gli EPR: la forte riduzione del turn over fino al 2018, nessun piano straordinario di assunzione di Ricercatori EPR e l’ennesimo taglio di 1,5 milioni di euro al FOE;
  • il piano di assunzione di ricercatori, più volte ventilato anche da alcuni presidenti di Enti di ricerca, riguarda al momento solo i ricercatori universitari. Sembrano, pertanto, prive di alcun fondamento le dichiarazioni del Presidente del CNR che ha più volte dato per imminente un piano di assunzione di ricercatori negli EPR, anche per giustificare l’indecente operazione di taglio degli organici di Primo ricercatore e di Dirigente di ricerca, che sarebbero poi stati ripristinati una volta che il piano fosse stato adottato (sulla vicenda, si veda in particolare il comunicato dell’ANPRI sulla risposta del sottosegretario D’Onghia alla interrogazione del sen. Bocchino);
  • considerato che i dipendenti pubblici sono circa 3,2 milioni, i 200 milioni di euro prospettati corrispondono a 62,5 euro a testa per tutto il 2016, pari a un aumento lordo mensile, per 13 mensilità, di 4,81 euro: al netto, un cappuccino e una brioche al mese, due a dicembre! Aumento ridicolo che, per di più, potrebbe essere annullato dal taglio del trattamento accessorio;
  • si estende anche all’università la chiamata diretta dei “migliori cervelli”, da realizzarsi però con fondi aggiuntivi rispetto all’FFO mentre negli Enti di ricerca MIUR lo stanziamento ad hoc per la chiamata diretta dei “migliori cervelli” è già da qualche anno ritagliato dal FOE (vedi Newsletter 17/2015). In più, ci sembra illusorio pensare di poter chiamare e, soprattutto, trattenere “i migliori cervelli, all’estero o ‘in trappola’ in Italia” se non si cambiano le condizioni di lavoro, garantendo fondi adeguati e duraturi, laboratori attrezzati, autonomia di spesa e di gestione dei fondi,..

E chissà che l’esame del testo definitivo e delle relative tabelle non riservi qualche ulteriore sgradita sorpresa in proposito, come già avvenuto in precedenti occasioni.

 

 

Questa notizia è stata pubblicata nella newsletter ANPRI n. 18 del 23 ottobre 2015.

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