Per il CREA un 2017 in salita, senza statuto, piano di riorganizzazione e bilancio

Un inizio 2017 da brividi per il CREA. L’anno è incominciato infatti sotto i peggiori auspici, senza il bilancio preventivo approvato, senza rappresentante legale, senza statuto, senza piano di riorganizzazione. Insomma, privo di tutto ciò che dovrebbe garantire il normale funzionamento di un ente pubblico di ricerca dopo due anni di commissariamento .

Che cosa era successo? La legge di stabilità 2015 prevedeva l’incorporazione dell’INEA nel CRA (Consiglio per la Ricerca in Agricoltura), con la contestuale nascita del Consiglio per la Ricerca in Agricoltura e l’Analisi dell’Economia Agraria, il CREA, appunto. La stessa legge fissava un tempo massimo di un anno (2015, con eventuale proroga di un altro anno al massimo) per l’incorporazione dell’INEA e per la definizione dello statuto del nuovo ente e del piano di riorganizzazione, con un cospicuo taglio di sedi.

La prima parte del piano è riuscita senza grossi intoppi. Un decreto congiunto di MiPAAF, MEF e Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Ammnistrazione ha sancito la fine dell’INEA e il suo ingresso nel CREA, portando peraltro in dote alcuni immobili nel centro di Roma e oltre 7 milioni di residui attivi.

La seconda parte ha invece proceduto con lentezza: statuto e piano di riorganizzazione sono passati tardivamente all’esame delle Commissioni Agricoltura di Camera e Senato, e non sono stati trasmessi per tempo al MEF per i dovuti passaggi di rito; l’amministrazione del CREA ha predisposto il bilancio di previsione 2017 basandosi sul nuovo statuto e piano di riorganizzazione, che però nel frattempo non erano stati approvati. Ciliegina sulla torta, a fine 2016 era scaduto il mandato del dr. Parlato, Commissario straordinario del CREA.

La mancanza di statuto, piano di riorganizzazione e rappresentante legale, ha provocato di fatto uno stallo totale del CREA nelle prime settimane del 2017. Blocco di qualunque tipo di spesa, di nuovi contratti a tempo determinato, di nuovi progetti (pur in presenza di convenzioni approvate) e addirittura della possibilità di partecipare a nuovi bandi di gara.

Il MiPAAF ha reagito a questa situazione, confermando come Commissario straordinario per un altro anno, al di là del limite temporale previsto dalla legge di stabilità del 2015, il dr. Parlato, accelerando l’iter di approvazione dello statuto, invitando il CREA a predisporre un nuovo bilancio di previsione. Tutto ciò, ovviamente, non cancella i ritardi dell’Ente e si prevede di potere arrivare ad una piena operatività non prima di aprile – maggio 2017.

Una volta esaurita questa fase di blocco, il Commissario, a cui vanno i nostri migliori auguri, dovrà impegnarsi per un serio rilancio dell’Ente, operando sia sulle strutture di ricerca che sulla macchina amministrativa, in cui non è mai stato avviato un serio processo di digitalizzazione. Dovrà inoltre rivedere lo statuto, alla luce del D.Lgs. 218/2016, garantendo la rappresentanza elettiva dei ricercatori e tecnologi negli organi scientifici e di governo dell’Ente, a cominciare dal Consiglio di Amministrazione.


Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI n. 4 del 16 febbraio 2017.

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