Interrogazione al Senato sul doppio lavoro di Inguscio

Doppio lavoro Inguscio

Il recentissimo tentativo del presidente del CNR, Massimo Inguscio, di modificare lo Statuto dell’Ente al fine di continuare a svolgere il doppio mestiere di Presidente del più grande Ente pubblico di ricerca italiano e di Professore ordinario presso l’Università di Firenze (come da noi prontamente denunciato nel Comunicato del 9 giugno) non solo è fallito ma ha anche reso noto che Inguscio, in palese e grave violazione dello Statuto dell’Ente da lui presieduto, non aveva prontamente chiesto di essere collocato in aspettativa presso l’Università di Firenze al momento della nomina a Presidente del CNR (nomina avvenuta il 20 febbraio scorso). Aveva, invece, continuato a svolgere il suo ruolo di docente presso l’Università di Firenze, per lo meno fino al 10 giugno scorso allorché il Rettore dell’Università di Firenze lo ha collocato in aspettativa, con decorrenza dal 1° giugno, giustificando – sembra – tale ritardo con la necessità che Inguscio portasse a termine il corso di insegnamento di “Atomi ultrafreddi” da lui tenuto (vedi Comunicato del 15 giugno).

La vicenda, certamente non edificante, è (inevitabilmente) approdata al Senato ove, il 21 giugno scorso, 14 senatori del M5S (primo firmatario Nicola Morra) hanno presentato una interrogazione con risposta scritta al Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca e al Ministro dell’Economia e delle Finanze con la quale gli interroganti, dopo una dettagliata descrizione di quanto accaduto, chiedono di sapere:

  • se i Ministri in indirizzo siano a conoscenza dei fatti esposti in premessa e, qualora corrispondano al vero, quali iniziative di competenza intendano intraprendere, al fine di garantire il corretto espletamento degli incarichi di Presidenza e dirigenza presso gli enti pubblici di ricerca;
  • quali iniziative, nell’ambito delle rispettive attribuzioni ed effettuati i doverosi riscontri ed accertamenti in merito, intendano assumere per evitare la corresponsione di retribuzioni ed indennità non dovute, per recuperare alla disponibilità delle casse statali eventuali somme che risultino illegittimamente corrisposte, nonché per sanzionare le eventuali condotte illegittime accertate;
  • quali provvedimenti, per quanto di competenza, intendano adottare per arginare lo sperpero delle già limitate risorse a disposizione della ricerca ed università italiana”.

Rimaniamo in attesa, anche noi, di sapere quale sarà la risposta dei ministri Giannini e Padoan, ma auspichiamo che da questa vicenda chi di dovere tragga insegnamento per la dovuta responsabilità e rispetto del ruolo cui è stato designato.