Nuovi Statuti degli Enti di ricerca: una strada in salita alla SZN. Tutti possono rappresentare i R&T…ma non gli stessi R&T!

Lo scorso 19 aprile il Presidente della Stazione Zoologica “Anton Dohrn” (SZN) ha ufficialmente presentato all’ANPRI il nuovo Statuto che l’Ente si appresta ad adottare per recepire quanto prescritto nel D.Lgs. 218/2016, nella Carta Europea dei Ricercatori e nel Codice di Condotta per l’Assunzione dei Ricercatori (2005/251/CE).

La bozza presentata prevede che del Consiglio di Amministrazione faccia parte un esponente della comunità scientifica di riferimento, eletto dalla comunità scientifica esterna e da tutto il personale della SZN, che non potrà essere un ricercatore o un tecnologo dell’ente!. Per il Consiglio Scientifico, composto da 7 membri, la bozza non prevede alcun posto per i R&T della SZN ai quali, anche in questo caso, è riconosciuto solo il diritto di eleggere un esponente (e uno solo!) della comunità scientifica esterna. Il testo provvisorio del nuovo Statuto della SZN appare dunque in forte contrasto con quanto previsto dal D.Lgs. 218/2016 e con quanto raccomandato nella Carta Europea dei Ricercatori che proprio il decreto impone agli Enti di recepire. Ci si chiede per quale motivo i R&T della SZN debbano essere posti “sotto tutela” proprio mentre si mettono le basi per un rilevante potenziamento dell’Ente, con ingenti investimenti economici e di personale (si punta a raddoppiare le unità di personale nel triennio 2017-2019). Presunte cautele ed interpretazioni dietrologiche sui rischi di conflitti di interesse o “incapacità” dei R&T a partecipare in autonomia e con professionalità alle scelte strategiche del proprio Ente non convincono nessuno e certamente non giustificano la mancata applicazione di una legge!

L’ANPRI ha presentato articolate e dettagliate proposte di modifica alla bozza di Statuto volte a dare effettiva applicazione a quanto prescritto nel D.Lgs. 218/2016, al fine di assicurare la “rappresentanza elettiva dei ricercatori e tecnologi negli organi scientifici e di governo” dell’Ente ed efficaci “forme di partecipazione dei Ricercatori e tecnologi alle fasi decisionali per la programmazione e attuazione della ricerca”, Ora la parola passerà al MIUR. Se il Ministero, infatti, respingerà l’interpretazione capziosa e fortemente lesiva del dettato normativo, la SZN dovrà modificare lo Statuto nella direzione richiesta dall’ANPRI, senza più cercare di eludere quanto stabilito dal D.Lgs. 218/2106. Diversamente, l’ANPRI è pronta a percorrere ogni strada affinché quanto sancito nel decreto non resti inapplicato. Quanto sta accadendo alla SZN è comunque emblematico: la strada verso il riconoscimento del ruolo e della professionalità delle comunità scientifiche interne degli Enti di ricerca continua ad essere in salita e, a volte, i maggiori ostacoli sono creati proprio da chi, chiamato a dirigere gli enti medesimi, dovrebbe avere un atteggiamento e una considerazione ben diversi nei confronti dei “propri” R&T.

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