L’appello “Salviamo la Ricerca Italiana” approda in Parlamento

L’appello “Salviamo la Ricerca Italiana” lanciato dal fisico Giorgio Parisi poco più di un mese fa per richiamare l’attenzione della Unione Europea sugli scarsi finanziamenti alla ricerca italiana e invitarla “a fare pressione sul Governo italiano perché finanzi adeguatamente la ricerca in Italia e porti i fondi per la ricerca a un livello superiore a quello della pura sussistenza” (vedi Newsletter 4/2016), è approdato anche in Parlamento.

Sulla base dell’appello di Parisi, che ha già raccolto quasi 70.000 firme, la mozione presentata alla Camera dai parlamentari di Sinistra Italiana chiede “al governo italiano di impegnarsi per rilanciare, con la massima urgenza, il comparto delle ricerca italiana, attraverso l’immediato varo dell’annunciato Programma nazionale per la ricerca 2015-2020 e l’elevazione dell’attuale spesa per investimenti in Ricerca e Sviluppo ad un livello pari al 3 per cento del PIL”.

I parlamentari chiedono anche l’istituzione di un’Agenzia italiana per la ricerca scientifica in seno alla Presidenza del Consiglio, con il compito di “superare l’attuale sistema burocratizzato e frammentato di assegnazione delle risorse, che rappresenti un organismo di stimolo, di rinnovamento e di qualificazione della ricerca scientifica italiana, con il compito di riassumere in una sola sede tutte le risorse destinate al settore”. Agenzia che però il ministro Giannini, solo poche settimane fa, ha affermato essere a suo avviso inutile.

 

Questa notizia è stata pubblicata nella Nwsletter ANPRI n. 6 del 24 marzo 2016.

 

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