Come si ricorderà, uno dei decreti attuativi del “Jobs act” varati il 4 settembre 2015 dal Consiglio dei Ministri, recante “Disposizioni per il riordino della normativa in materia di servizi per il lavoro e di politiche attive” (D.Lgs n. 150/2015), ha inciso in maniera significativa sull’ISFOL, sulle sue risorse e sul suo personale. Infatti, ai sensi di tale decreto, l’ISFOL dovrà contribuire, con trasferimento di risorse umane e finanziarie, alla nascita dell’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro (ANPAL), il cui compito sarà il coordinamento della Rete nazionale dei servizi per le politiche del lavoro, nonché il coordinamento dei servizi pubblici per l’impiego e la definizione degli standard di servizio delle politiche attive, delle politiche di attivazione dei lavoratori disoccupati e dei programmi cofinanziati dal Fondo Sociale Europeo (si veda la Newsletter 16/2015).
È stato quindi predisposto, da parte del Consiglio dei ministri, lo “Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante disposizioni per il trasferimento di risorse umane, finanziarie e strumentali dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali e dall’ISFOL all’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro” (Atto n. 266) che è stato recentemente sottoposto al parere della XI Commissioni Lavoro pubblico e privato della Camera e della 11ª Commissione Lavoro, previdenza sociale del Senato. Le due Commissioni hanno ultimato lo scorso 15 marzo l’esame dello Schema di DPCM ed entrambe hanno espresso un parere positivo sul provvedimento, con alcune osservazioni.
In particolare, il parere della XI Commissione della Camera si preoccupa dell’esigenza che, al personale trasferito dall’ISFOL, “sia assicurata, anche in futuro, una progressione economica in linea con quella che sarebbe spettata ai lavoratori in caso di permanenza presso l’amministrazione di appartenenza”.
Il parere della 11a Commissione del Senato contiene, a sua volta, un’osservazione sul trasferimento delle risorse umane dall’ISFOL (e dal Ministero del lavoro) all’ANPAL previsto dalla legge e regolamentato dal DPCM in questione. La Commissione, infatti, ritiene opportuno “che l’adesione volontaria al trasferimento […] possa avvenire in modo funzionale alle esigenze operative dei rispettivi enti”. Inoltre, poiché il DPCM limita la dotazione organica dell’ANPAL a 217 unità di personale, mentre il D.Lgs n. 150/2015, nell’istituire l’Agenzia, ha previsto all’art. 4 una dotazione organica “non superiore a 395 unità”, secondo la Commissione sarebbe utile “procedere al reperimento del personale, dapprima attraverso la mobilità volontaria, e successivamente attraverso criteri concordati dai vertici; tutto ciò dovrebbe avvenire in via di prima applicazione e, salvo successivi incrementi, fino al raggiungimento del tetto massimo previsto dal già citato articolo 4 del decreto legislativo n. 150”.
Nella medesima seduta la 11a Commissione si è anche espressa favorevolmente sullo “Schema di decreto del Presidente della Repubblica concernente regolamento recante statuto dell’Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro” (Atto n. 281), con osservazioni che essenzialmente riprendono quelle formulate dal Consiglio di Stato e riportate in allegato all’atto n. 281.
Questa notizia è stata pubblicata nella Newsletter ANPRI n. 6 del 24 marzo 2016.
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